Prima di iniziare il trattamento, è fondamentale un’accurata valutazione medica, volta ad individuare eventuali controindicazioni o impedimenti. Il paziente inoltre riceve chiare e realistiche informazioni su vantaggi e svantaggi e sulle probabilità di riuscita dell’intervento.
Quando il raggio laser colpisce la pelle si ha il così detto effetto frosting, che consiste nello sbiancamento dell’epidermide sopra il tatuaggio; questo effetto temporaneo (15-30 minuti) è dovuto alla formazione di vapori nella cute, ad un sollevamento dell’epidermide e alla formazione di bollicine di aria tra epidermide (strato superficiale) e derma (strato profondo).
Del tutto normale è la comparsa, dopo circa 10-15 minuti, di edema, rossore e dolorabilità locale; questi effetti sono comuni e svaniscono generalmente dopo poche ore.
A volte si possono formare petecchie e porpora, dovuti a un piccolo sanguinamento sottocutaneo, del tutto normali in caso di trattamenti particolarmente aggressivi.
Rara è la persistenza di gonfiore per più di 48 ore.
L’intensità del colore diminuisce gradualmente nel mese successivo alla seduta; lo schiarimento non è costante e può essere maggiore dopo alcune sedute piuttosto che altre. Inoltre il tatuaggio potrebbe cambiare anche di colore con il progredire dei trattamenti a causa della rimozione di alcuni componenti dell’inchiostro.
Solitamente non si applicano medicamenti sulla cute appena trattata; a volte, se necessario, si possono usare creme a base di cortisone o creme lenitive e idratanti.